GALLIPOLI
Dopo 15 anni di priorato sotto la guida di Lucia De Rosa, è stato rinnovato, e si è pure già insediato, il Consiglio di Amministrazione della Confraternita gallipolina dell’Immacolata, uno dei più antichi e importanti sodalizi religiosi tuttora esistenti in città.
Il nuovo Consiglio, che durerà in carica per i prossimi 5 anni, oltre al padre spirituale e parroco della cattedrale di Sant’Agata mons. Piero De Santis (componente di diritto), risulta così composto: Antonio Maggio (priore), Carlo De Vittorio (primo assistente), Luigi Borgese (II assistente), Roberta De Vittorio (primo consigliere), Luciano Selvaggio (II consigliere), Stefano De Vittorio (segretario), Paola Pedaci (cassiera), Antonella Cataldi (maestra di formazione), Cosimo Nicolardi, Gabriele Genuardi ed Enzo Giuranna (animatori liturgici), Debora Pacella (animatore degli aspiranti), Vincenzo De Vittorio (depositario), Raffaele Cataldo e Massimo Piro (revisori dei conti).
Tra i numerosi compiti della Confraternita, che opera nell’antica chiesetta di via Raimondo Pasca, all’ombra del campanile dell’austera chiesa conventuale di San Francesco d’Assisi, c’è quello della venerazione verso la Madonna Immacolata, che, dopo il solenne Novenario di preparazione, viene poi portata in processione per le vie del centro storico la sera del 7 dicembre (vigilia, appunto, dell’Immacolata), accompagnata dal melodioso suono della pastorale gallipolina. Sino a qualche decennio addietro, secondo un’antica tradizione, la processione si svolgeva invece di notte, per poi rientrare alle prime luci dell’alba.
Sin dalla notte dei tempi, a Gallipoli (ma anche in altre realtà dell’Italia meridionale) il culto verso la Madonna Immacolata era particolarmente sentito e praticato, prima ancora, cioè, della stessa Chiesa ufficiale, che solo secoli dopo (l’8 dicembre 1854 con Papa Pio IX) sancì come dogma l’Immacolata Concezione. Oltre alla processione al suono della pastorale, oggi rimane ancora, a mezzogiorno del 7 dicembre, la tradizionale puccia, debitamente farcita con tonno sott’olio, alici e capperi. La sera, poi, si prosegue con una cena altrettanto elaborata, rigorosamente a base di pesce.