GALLIPOLI
Dopo il lungo blackout a causa della pandemia, rinnovato nei giorni il Consiglio direttivo dell’associazione di volontariato socio-sanitario “Sacro Cuore di Gesù” presso l’omonimo ospedale gallipolino.
L’assemblea degli iscritti ha eletto presidente l’assistente ecclesiastico nazionale della Nuova Oari, ed ex cappellano dell’ospedale “Sacro Cuore” e vicario diocesano per la Pastorale della Salute, don Marcello Spada. Questi invece i nomi, e i rispettivi incarichi, degli altri eletti: Lara Samaha (vice presidente), Anna Rita Bianco (responsabile culturale, con delega ai rapporti con le altre associazioni territoriali), Maria Rosaria Carrozza (segretaria), Tonia D’Amato (vice segretaria, responsabile del coordinamento dei volontari), Mina Felline (amministratore), Giusi Occhineri (responsabile Nuova Oari), Gianluca Petrachi (responsabile informatico), e il cappellano ospedaliero don Sebastiano D’Antico (assistente religioso).
Attualmente sono 36 i volontari (la cui segreteria è ubicata al secondo piano della Torre “A”) che si aggirano nei diversi Reparti dell’ospedale.
A differenza degli altri lavo-ri, quello dei volontari è un servizio totalmente gratuito e senza alcun compenso, né è previsto per loro un sia pur minimo periodo di ferie. Oltre alla famiglia trascurata, il caro-benzina per chi viene da fuori paese (e ce ne sono), il lavoro, gli hobby, il tempo libero, è questa infatti l’altra faccia, forse poco conosciuta, della medaglia: ma di ciò i volontari sono consapevoli, e non se ne crucciano, anche perché la sofferenza e la malattia sono sempre dietro l’angolo.
Loro sono una specie di “angeli silenziosi” pronti a dare una mano a chi è in difficoltà. E, come detto, se ne trovano pure a Gallipoli: facendo i debiti scongiuri, se per una qualsiasi ragione uno dovesse avere a che fare con l’ospedale, si imbatterà certamente in qualcuno, che pur indossando il camice bianco, non è medico e non è neppure infermiere” o operatore socio-sanitario.
Però è subito pronto a darti una mano, ad aiutarti a mangiare se sei impedito a farlo autonomamente, o semplicemente a infonderti coraggio e tenerti compagnia: è questa in breve sintesi la vita di ogni giorno dei 36 volontari ospedalieri gallipolini, a cui, previo un corso di formazione già in programma per il prossimo autunno, stanno per aggiungersene altrettanti ancora.
E sotto questi chiari di luna, con l’ormai cronica carenza di personale medico e paramedico, anche qualche volontario in più negli otto Reparti dell’ospedale gallipolino di primo livello, potrà aiutare a fare la differenza, e tendere una mano, oltre che alla persona sofferente, pure alla “sanità pubblica” sempre più in affanno.