UGENTO
In un Salento avvolto in clima di gioia e fermente attesa per l’ arrivo di Papa Benedetto XVI presso la Basilica di Santa Maria di Leuca da un’ altra parte una mano oscura tramava nel silenzio un agguato di morte e di sangue.
Era il 14 e il 15 giugno del 2008 quando venne ucciso Peppino Basile ad Ugento, consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei Valori con decine di coltellate davanti alla sua abitazione. Un uomo scomodo che attraverso la sua attività politica quotidiana e con le sue denunce ha toccato diversi interessi, per questo è stato assassinato.
Tante le piste, gli errori giudiziari, le anomalie e gli interrogativi che restano avvolti in un muro di silenzio. Tante i punti interrogativi che si celano dietro il movente del suo omicidio: l’ ombra della Scu, delle speculazioni edilizie e dell’interramento di rifiuti tossici nel sottosuolo salentino che il consigliere ugentino aveva denunciato lanciando l’allarme di un vero e proprio business del traffico di rifiuti e interramenti tossici in Salento. Negli ultimi giorni di vita Peppino confidava ad amici che sarebbe scoppiata “una bomba”, in quanto aveva scoperto qualcosa di “scottante”.
A distanza di tanti anni dalla sua morte, ancora la voce di quella verità resta soffocata e sepolta nel silenzio in una matassa di intrecci e misteri come quelli della ex discarica Burgesi di cui Peppino Basile parlava tanto e dove anni dopo un pentito rivelò che erano stati interrati in modo illecito 600 fusti tossici. Allo stato attuale mai trovati. Tante le verità che attendono di venire alla luce insieme agli autori di questo delitto.
Nel 2019 il suo nome è stato inserito nel lungo elenco delle vittime innocenti delle mafie letto il 21 marzo dello stesso anno a Padova, in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno” promossa da Libera. Per certi versi la storia di Peppino Basile ci riporta alla memoria quella di un’ altra salentina Renata Fonte, impegnata politicamente contro le speculazioni del Parco Naturale di Porto Selvaggio a Nardò e barbaramente assassinata nel 1984.
A ricordare Peppino Basile nel tempo il “Comitato Pro Basile”, con l’impegno “per non dimenticare” deponendo ogni anno in un momento di preghiera una corona di fiori davanti alla sua tomba e altre iniziative e il “Comitato Io Conto”, che per per molti anni in occasione dell’anniversario della sua morte ha tappezzato Ugento con dei manifesti in cui si chiedeva ” Verità e Giustizia per Peppino”.
Verità e Giustizia che appaiono ancora lontani. A 16 anni dalla sua scomparsa non è stata scritta nessuna Verità giudiziaria e restano a piede libero sia i mandanti che gli esecutori di questo atroce delitto.