In “Oro”, uscito nel 2023 per La nave di Teseo, Federica Pellegrini, al secolo la Divina, si racconta a tutto tondo. E non si risparmia, mostrando tutta la maturità di una donna che ha vissuto molte vite.
Federica Pellegrini è un’atleta che ha sempre fatto parlare di sé, persino più di quanto volesse, probabilmente. Lo dimostra quanto accaduto a Montreal, quando ai Mondiali – correva l’anno 2005 – vinse un argento da molti non capito, da alcuni certo invidiato, comunque talentuoso.
Icona indiscussa del nuoto mondiale, Pellegrini ha saputo negli anni diventare più consapevole del suo carisma e del fatto di essere, davvero, Divina, e non solo per i record e la carriera piuttosto longeva, almeno per un’atleta del nuoto. Una maturità che ben emerge in questo libro pubblicato da La nave di Teseo, che non poteva avere titolo migliore: “Oro” è molto più di un’autobiografia.
Si rivela, piuttosto, un viaggio alla scoperta di tanti retroscena fino in fondo mai chiariti e mai esplicitati. Un racconto intimo e autentico, in cui Federica Pellegrini si racconta a 360°, in una riflessione che diventa quella di tutte e di tutti, condivisibile ma anche no. Del resto, il personaggio Pellegrini, ha spesso diviso, annoverando diversi fan e altrettanti che non sono mai riusciti ad amare il personaggio Pellegrini. Il libro mostra la fragilità (e la forza) di una ragazza diventata donna, la sua difficoltà a relazionarsi con i media e in particolare con i giornalisti, la stessa fatica nell’affrontare un’intervista appena usciti dalla vasca, con il suo ambiente particolare fatto di agonismo e di emozioni.
E poi racconta le sue sensazioni in acqua, attraverso una capacità di galleggiamento fuori dal comune, le difficoltà dopo quell’argento a Montreal, gli amori e i retroscena a essi connessi – con tanti sassolini tolti dalla scarpa -, gli allenatori, il lutto difficile per la morte di Alberto Castagnetti, colui che le ha cambiato la nuotata, colui che se n’è andato all’improvviso e lei lì, sola come si è soli quando si soffre .
E poi l’incontro con il marito-allenatore, l’amore per i suoi cani, il rapporto con Giovanni Malagò – che l’ha capita e messa nelle condizioni di potersi esprimere al meglio -, il rapporto con la famiglia, i genitori e il fratello.
C’è tutta Federica Pellegrini in “Oro” ed è, indubbiamente, anche merito del rapporto instaurato dalla Divina con la sua ghostwriter, che è riuscita a raccontarla riproducendone in forma scritta la voce più autentica. Stiamo parlando di una scrittrice tra le più brave, ovvero Elena Stancanelli, autrice tra l’altro di un appassionato libro su Raul Gardini, “Il tuffatore”. Stancanelli non si percepisce: è il testo di Pellegrini a parlare, con un incipit capace di conquistare subito il lettore. “Cosa pensano i nuotatori quando nuotano?”, inizia così “Oro”, con una domanda e tante risposte.
Perché leggere “Oro”? Per conoscere la storia di Federica Pellegrini e riflettere sul senso della vita: le storie degli atleti non sono forse metafora per eccellenza dell’esistenza? Pagina dopo pagina si apprezza la maturità della donna Pellegrini, capace di ammettere errori e fragilità, di bilanciare le parole e di imparare a dosare, a gestire le parole. Un percorso che ripercorre tutte le tappe della sua vita fino a questo momento, dall’infanzia fino all’addio al nuoto. Un momento complicato, gestito da Divina, e di cui “Oro” è una narrazione che si pone in continuità.