LECCE
Scriviamolo subito. Corvino ha superato quota 250 presenze in serie A e nella conferenza stampa di fine stagione ha ricevuto una maglia ad hoc dal ds Trinchera. I risultati parlano chiaro: il responsabile dell’area tecnica è una garanzia senza pari per la crescita sportiva e la sostenibilità economica del Lecce.
Lo dimostrano le cessioni, si pensi a Hjulmand, protagonista nello Sporting Lisbona, campione di Portogallo. Lo dimostrano gli acquisti, tra tutti Falcone, Ramadani e Pongracic in attesa del ritorno di attaccanti a doppia cifra. Lo dimostrano le scoperte di chi sa vedere lungo, come il caso di Dorgu.
Corvino sin dagli anni Duemila è già entrato con due piedi, testa e occhialoni nella storia della Lecce, e sta continuando a scriverla in maniera non scontata, in un calcio che cambia con un modello societario che sfida la corrente.
Che dire di più? Gli si potrebbe dedicare una piazza, una strada, una sala, ma di solito non lo si fa con i vivi, e noi vogliamo vedere questo cavallo di razza continuare a correre e “morire”, come ha detto, “sul campo” il più tardi possibile.
Ciò detto, non si spiega perché ogni conferenza stampa -nei pochi casi in cui avviene- debba diventare una rivendicazione perpetua e una zuffa continua con nemici apparentemente immaginari.
Una conferenza che offusca mediaticamente il pareggio di Napoli e la salvezza d’oro raggiunta.
La stampa salentina è impegnata a difendere il patrimonio della serie A perché la massima categoria rappresenta anche una ricchezza professionale. Siti, quotidiani, radio e tv locali beneficiano dall’esposizione nella massima serie in termini di attenzione e pubblicità.
Con questa consapevolezza, il panorama editoriale offre un caleidoscopio di sonori battimani ed esclusivi osanna, commenti equilibrati e desiderio di crescita e miglioramento, lievi critiche, ma mai attacchi scomposti. È il pluralismo, è sacrosanta ricerca di visualizzazioni in un’editoria che campa di pubblicità, è voglia di consenso interno ed esterno, ed è in ogni caso ricchezza.
Chi scrive difende l’intervento in conferenza di Gabriele De Giorgi di Lecce Prima, attaccato prima velatamente e poi direttamente sulle ossessioni social di Pantaleo Corvino.
L’articolo risaliva a due mesi e mezzo fa, dopo gli attacchi ai masturbatori sui social in occasione della conferenza stampa di presentazione di Gotti. Un pezzo frutto di libertà di espressione, in linea con l’etica giornalistica, che con garbo evidenziava i problemi di comunicazione -a questo punto mai completamente affrontati e risolti dalla società- e la difficile convivenza tra aspettative e realtà.
Dispiace dirlo, ma l’ultima conferenza stampa di una stagione da incorniciare non è da serie A e la responsabilità, visti i richiami fatti dal ds, non è solo di Corvino.
In nessuna altra piazza che ha raggiunto la salvezza ci sono stati toni e contenuti come quelli che abbiamo sentito.
Sappia Corvino che sui social c’è anche chi lo considera tra manga e meme un beniamino, e sono i più.
I consiglieri non stampino solo articoli, ma facciano anche vedere immagini e video.
A lui, invece, come sempre, fiducia, stima, rispetto e gratitudine per il lavoro sulla scrivania e sul campo, quello fatto e quello da fare.